La Divina Commedia - Inferno
 
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Il Castello

L’ambiente era vuoto, silenzioso, immerso nella penombra e percorso in diagonale, dall’alto verso il basso, da fasci di luce rettangolari che, divergendo da piccole finestre aperte in alto, sopra il portone d’ingresso, illuminavano, trapassandolo, il microscopico pulviscolo dorato che galleggiava nell’aria.
Altri raggi più obliqui dei primi si riflettevano invece sul marmo bianchissimo del ballatoio e, unendosi agli altri, disegnavano al centro dell’ambiente un enorme alveare triangolare composto solo di luce.
Ogni giorno, a quell’ora, con il sole nella giusta posizione, si poteva assistere a quello spettacolo. Egli, tuttavia, non se n’era ancora abituato ed era rimasto a contemplare la straordinaria piramide luminosa che lo sovrastava, trattenendo il respiro dall’emozione.